Leonardo Donaggio: i trick e il sorriso!

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È uno degli atleti più interessanti a livello mondiale nel freeski. Lui, che è veneziano del Lido, con i suoi trick ha entusiasmato gli sport della neve azzurri alle Olimpiadi di Pechino quando nella finale del big air ha sognato una medaglia fino all’ultima manche per doversi accontentare poi (ma è stato comunque un bell’accontentarsi) della quinta piazza.

È tanta roba, la top five, alla prima partecipazione olimpica. È tanta roba, Leonardo Donaggio.

Classe 2003, veneziano cresciuto agonisticamente sulle Dolomiti Bellunesi e col Valbelluna Freeski, portacolori del Centro sportivo Esercito, è uno dei ragazzi più giovani del … Progetto Giovani.

Ha vissuto due stagioni difficili, a causa di un infortunio al ginocchio sinistro, occorsogli a Laax, in Svizzera, a fine gennaio 2023, in una prova di slopestyle di Coppa del Mondo. Ora, è tempo di ripartire per tornare ai livelli che gli sono propri. Anzi, Leo è già ripartito: è stato il primo del Progetto Giovani a esordire in Coppa nel mondo nella stagione 2024-2025. Ma andiamo con ordine. Partendo dai due anni di stop.

Leo, come sono stati questi due anni?

«Lunghi e difficili. Dopo l’infortunio c’è stata un’operazione e poi un’altra operazione ancora. E tutta la trafila: la riabilitazione, la ripresa graduale degli allenamenti. La cosa più complicata è stato allenarsi senza avere un obiettivo preciso cui mirare».

Ora come stai?

«Ho ripreso ad allenarmi con più intensità e ho anche già fatto alcune gare. Per riprendere confidenza con l’agonismo sono andato in Nuova Zelanda dove a inizio settembre ho partecipato alle gare dell’Australia New Zealand Cup Premium, arrivando terzo nello slopestyle. Salire di nuovo sul podio è stato qualcosa di bello».

E poi il 18 ottobre c’è stato il big air di Coppa del Mondo a Chur, in Svizzera. Proprio in Svizzera, a Laax, a gennaio 2023 avevi disputato la tua ultima gara nel massimo circuito.

«Sono arrivato diciassettesimo, non potevo aspettarmi molto di più. Ma sono contento perché le sensazioni erano buone. Quello che dovevo fare lo ho fatto».

E ora?

«Ora voglio continuare così. Con costanza di risultati. Ho appena finito una settimana intensa di preparazione in Cina, al centro di Chengdu. Il 2 novembre parto con la nazionale per Stubai, in Austria, dove staremo per una ventina di giorni e dove, il 22 e 23, ci sarà un altro appuntamento di Coppa del Mondo, dedicato allo slopestyle».

 Un obiettivo – uno solo – per la stagione?

«Salire sul podio di Coppa. Ma lo perseguo senza mettermi troppe pressioni addosso. Lavoro giorno dopo giorno, con tranquillità. Cercando di migliorare giro dopo giro i trick. E sempre con il sorriso».

Sei più da slopestyle o da big air?

«Guardando alle due ultime gare da slopestyle. Ma mi piacerebbe essere competitivo in entrambi gli ambiti».

Prima di una gara, hai un rituale fisso?

«Il mio rituale è … divertirmi il più possibile. Prima di una competizione mi dico: “Leo, pensa solo a divertirti, lascia che l’istinto ti porti e fai correre gli sci».

Prima di una competizione importante, cosa mangi?

«Gareggiamo quasi sempre di mattina, quindi la colazione è il pasto. Solitamente mangio porridge, con frutta secca, magari con un panino con burro di arachidi e miele. E anche un po’ di yogurth ci sta bene».

La colonna sonora della tua giornata di gara?

«Domanda non semplice. Diciamo che dipende dal mood di quel giorno».

Se potessi competere contro una leggenda dello sport, chi sceglieresti?

«Yannick Sinner. È giovane come me, viene dallo sci come me, credo che siamo simili come mentalità. Sì, dico Sinner».