Matteo Sostizzo: «Olimpiadi? Non sono i miei format ma io ci ho lavorato tanto…»

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A pochi giorni dalle prime gare della stagione 2024-2025, Matteo Sostizzo si gode qualche giorno di (relativo) riposo e, soprattutto, si gode insieme alla compagna Chiara le due bimbe: la “grande”, Nicole, poco più di un anno, e la secondogenita, Nadia, nata da meno di un mese.
Il giovanissimo atleta vicentino, classe 2001, è l’atleta che – insieme ad Alba De Silvestro – rappresenta lo scialpinismo all’interno del Progetto Giovani di Fondazione Cortina e nella scorsa stagione, con la tuta della nazionale azzurra, è stato uno dei protagonisti delle finali della Coppa del Mondo, proposte proprio da Fondazione nell’area Col Gallina – Lagazuoi.

Matteo, partiamo proprio da qui, dalle finali di Coppa.
«Arrivare in cima al Lagazuoi è stato qualcosa di impagabile e quella di Cortina è stata, senza dubbio, la tappa più bella di Coppa. Grazie allo scialpinismo ho potuto ammirare qualche bel posto in giro per il mondo ma panorami belli come le nostre Dolomiti non ce ne sono.»

Rimanendo all’inverno 2023-2024, sei soddisfatto del tuo rendimento?
«Il bilancio è positivo, anche se ho solo sfiorato la top ten nelle Individual e nei Vertical, le specialità nelle quali mi esprimo meglio. Sarebbe stato bello centrare un piazzamento nei dieci ma comunque ho dimostrato che non sono lontanissimo dai migliori. Tra le prestazioni importanti, inserisco anche quella nella Mixed Relay di Cortina, disputata insieme a Katia Mascherona: ho sfiorato anche in questo caso la top ma, soprattutto, ho visto che posso essere competitivo anche in questo format. Sono soddisfatto anche del rendimento al Tour du Rutor, la gara a tappe valdostana corsa insieme ad Andrea Prandi».

Qual è stato l’insegnamento più importante della stagione scorsa?
«Credo di avere imparato a gestire meglio il pre-gara e a gestire meglio anche le gare più lunghe: in queste, solitamente partivo più guardingo, invece ho visto che posso forzare maggiormente anche nelle prime fasi di gara. Poi, ho imparato anche che non vale la pena prendersi rischi inutili».

Gli obiettivi della stagione ormai imminente?
«In primis fare bene le gare di inizio stagione che sono di selezione per la Coppa del mondo. E poi riuscire a tenermi stretto il posto nella squadra Senior Milano-Cortina 2026. Ancora, mi piacerebbe partecipare alle grandi classiche dello scialpinismo, Trofeo Mezzalama in primis, Mezzalama che il prossimo aprile sarò Campionato mondiale lunghe distanze: sarebbe bello parteciparvi vestendo la tuta della nazionale ma, se non fosse così, parteciperò ugualmente, con una squadra dei Carabinieri, il mio gruppo sportivo che ringrazierò sempre per la grande opportunità che mi ha dato di fare della mia passione un lavoro. Così come ringrazio il comitato Veneto Fisi, all’interno del quale sono cresciuto, una realtà che sta lavorando molto bene».

A proposito dell’appuntamento olimpico …
«Il format dei Giochi prevede Mixed Relay e Sprint: ci ho lavorato tanto in estate su questi format ma io sono uno più da gare di distanza … vediamo cosa viene fuori. In ogni caso, le Olimpiadi saranno una bellissima opportunità per il nostro sport: l’auspicio, naturalmente, è che tutto il movimento possa averne beneficio e crescere».

In questi ultimi anni è cambiato parecchio il tuo sport.
«Senza dubbio sì. Per diverse esigenze, le gare sono diventate più corte e veloci, nervose, con salite e discese in rapida successione. Mi auguro che in futuro si possa dare il giusto peso all’Individual, la gara che io ritengo regina»

Quali sono i tuoi punti deboli e i tuoi punti di forza?
«Con il tempo ho imparato a tirarmi su dopo una sconfitta o dopo un periodo nel quale le cose non sono andate come avrei voluto. Ci devo lavorare ancora ma sono sulla buona strada».

Qual è la bellezza dello scialpinismo e per quale motivo lo consiglieresti a un ragazzo?
«Per diversi motivi. Perché quello dello scialpinismo è un ambiente genuino. Perché sciando con le pelli eviti le code degli impianti di risalita. Perché puoi goderti appieno la natura anche se non fai cose alpinistiche. Perché quando sei in cima, il divertimento della discesa ti ripaga di tutta la fatica fatta in salita».

Hai un rituale pre gara?
«No. Diciamo che mi piace preparare tutto l’occorrente per la gara alla sera, con tranquillità. Nulla più».

Se potessi competere contro una leggenda dello sport (qualunque sport) chi sceglieresti?
«Ho avuto la fortuna di riuscire a sfidare gente fortissima nel mio sport: per me, essere riuscito a gareggiare gomito a gomito con atleti come Michele Boscacci o Robert Antonioli è davvero il massimo».