Elisa, la tavola, la pazienza, la passione e… Michael Jordan

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È un grande inizio di stagione per Elisa Caffont, una delle due snowboarder del Progetto Giovani di Fondazione Cortina insieme a Lucia Dalmasso.

Elisa, che tre stagioni fa era ai box per un serio infortunio al ginocchio, nelle ultime annate non solo ha recuperato alla grande ma è cresciuta parecchio e ora è nelle top ten di Coppa del Mondo: dopo il gigante parallelo del Faloria dello scorso fine settimana, è ottava nella graduatoria generale del massimo circuito, sesta in quella di gigante.

Elisa, nelle prime quattro gare di questa stagione è mancato l’acuto ma ti stai esprimendo su livelli mai visti.

«È indubbiamente la stagione nella quale sono partita più forte, facendo buone qualifiche e ottenendo risultati discreti».
Qual è stata finora la gara più bella?

«La più bella in termini di sensazioni ed emozioni, il secondo gigante della Cina, quello di Yanqing. Se guardiamo al puro risultato, dico Carezza: mi ero qualificata con il secondo riscontro cronometrico, ai quarti ero in testa ma poi, sono caduta».

Fin qui, che cosa ti è mancato?

«A livello tecnico, mi manca qualcosa in slalom, disciplina nella quale ci siamo allenati meno rispetto al gigante. In gigante, mi è mancata un po’ di fortuna. Le cadute? Siamo sempre al limite e basta un nulla per essere per terra. In ogni caso, come livello ci siamo».

La pista più bella della Coppa del Mondo?

«Se la giocano quella di Yanqing e quella di Scuol, in Svizzera. Anche Carezza mi piace molto».

A questa stagione cosa chiedi?

«Di passare il taglio dei quarti. E di salire nuovamente sul podio, cosa che finora mi è capitata una sola volta, quando nella scorsa stagione sono arrivata terza a Simonhöhe, in Austria».

In quale ambito devi lavorare per aumentare ulteriormente di livello?

«Devo migliorare sulle linee. E sfruttare maggiormente la pista liscia che c’è in qualifica».

Non solo tu ma tutta la nazionale sta andando fortissimo in questo inizio di stagione.

«Tra le donne, siamo in tre nelle top ten di Coppa, gli uomini sono in quattro, con Bagozza secondo e Bormolini terzo. Siamo una delle squadre di riferimento. Stiamo andando tutti forte e questo è di stimolo per ognuno di noi. Per quanto riguarda noi ragazzi, negli ultimi anni è stato fatto un gran lavoro nell’ambito della nazionale e i risultati stanno arrivando».

Che cosa ti hanno insegnato questi anni di snowboard ad alto livello?

«Ad essere paziente. Abbiamo un percorso di crescita diverso uno dall’altro, infortuni diversi, background diversi. Perciò, non devi paragonarti agli altri ma fare le cose che devi fare con serenità».

Nella vita conta più il talento o l’applicazione?

«La passione».

Passiamo ad alcune domande meno tecniche. La prima: il posto più bello visitato grazie allo sci?

«Italia a parte? Dico la Svizzera».

Piatto preferito?

«La pizza. E le lasagne».

Ultima domanda: se potessi competere contro una leggenda dello sport, chi sceglieresti?

«Gareggiare non so. So però che il mio idolo è il cestista Michael Jordan: è uno che non ha mai mollato, uno che sapeva cosa voleva e se lo prendeva».