In attesa di Cortina 2026, René De Silvestro punta su Maribor 2025

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All’orizzonte c’è l’appuntamento dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina 2026 sulla neve di casa. René De Silvestro, che l’emozione delle gare a cinque cerchi l’ha già vissuta due volte (nel 2018 a PyeongChang e nel 2022 a Pechino 2022, quando seppe mettersi al collo l’argento in gigante e il bronzo in slalom), da tempo ha messo nel mirino l’evento che andrà in scena tra poco più di un anno ai piedi delle Tofane. Ora, però, è tempo di pensare alla stagione 2024-2025, una stagione di snodo, interlocutoria, se vogliamo, ma che una sua dignità ce l’ha eccome.

Un’annata che per l’azzurro di San Vito di Cadore, classe 1996, portacolori delle Fiamme Oro e riferimento assoluto della categoria Sitting dello sci alpino paralimpico internazionale, prende il via proprio in questi giorni in Tirolo, a Steinach am Brenner, con la Coppa del mondo.

Renè, prima di parlare della stagione appena iniziata, diamo uno sguardo a quella passata. Ti sei portato a casa le coppe di slalom e superG, chiudendo secondo nella generale complessiva. Soddisfatto? Che voto ti daresti?

«Mi darei un 8 e mezzo come voto. Per arrivare al 9, o forse qualcosa di più, mi è mancata un po’ di brillantezza nelle gare finali, alle quali sono arrivato un po’ stanco. Nell’ultima gara di gigante mi sono mangiato la Coppa».

A questa stagione cosa chiedi?

«Si punta a fare bene sempre e comunque, ogni volta che si esce dal cancelletto. Quindi ogni appuntamento di Coppa sarà importante. L’obiettivo specifico, comunque, inutile negarlo, sono i Campionati del Mondo, in programma dal 4 all’11 febbraio in Slovenia, a Maribor, una località nella quale non ho mai gareggiato. Al di là degli obiettivi particolare, è anche chiaro che questa stagione va utilizzata in funzione della prossima, quella di Milano Cortina 2026».

La preparazione come è andata?

«Bene, il meteo ci ha dato una mano durante l’autunno. Nelle ultime settimane abbiamo rifinito la preparazione nella struttura coperta di Wittenburg e poi in Alto Adige, tra Solda e Val Senales».

Parliamo un po’ del movimento paralimpico. Ci pare una realtà in crescita sotto diversi punti di vista: tecnico, ma anche di immagine.

«Indubbiamente stiamo crescendo. La FISIP (Federazione Italiana Sport Paralimpici) sta facendo un ottimo lavoro, mettendoci nelle condizioni di avere tutto quanto serve, dalla preparazione ai materiali, per un’attività di alto livello. Particolarmente importante è l’attenzione ai giovani, e, nello specifico, il progetto Squadra G, un’iniziativa dedicata ai ragazzi nati tra il 2008 e il 2012 per offrire loro un percorso di crescita sportiva e umana a livello nazionale».

Renè, anche a te, come agli altri ragazzi del Progetto Giovani di Fondazione Cortina, chiediamo: se potesse competere contro una leggenda dello sport – di qualsiasi sport e di qualsiasi epoca – chi ti piacerebbe sfidare?

«Bode Miller, un atleta talentuoso, fuori dai canoni».

Il posto più bello che hai visitato grazie allo sci?

«Lillehammer, Norvegia».

Ultima domanda: che musica ti dà la carica prima delle gare?

«Musica non ne ascolto molta, anzi quasi nulla. Prima della gara ripercorro mentalmente il tracciato visto in ricognizione e penso positivo, concentrandomi su quello che so fare. La carica vera ma la dà la mia Nina, quindici mesi: costringe me e Lucrezia a essere in movimento tutto il giorno ma la vita con lei è fantastica e ci rende felici».