René De Silvestro portabandiera azzurro a Milano Cortina 2026. «Orgoglio ed emozione»
La sorpresa e l’emozione. L’orgoglio e la responsabilità. La gioia e gli obiettivi.
A quattro mesi dalle Paralimpiadi Milano Cortina 2026, René De Silvestro è stato investito di un onore immenso, un onore che vale quanto (e forse più) di una medaglia: quello di essere il portabandiera italiano alla cerimonia di apertura dei Giochi paralimpici, cerimonia in programma all’Arena di Verona il 6 marzo prossimo.
Il Comitato Italiano Paralimpico ha scelto come alfieri l’Azzurro di San Vito di Cadore, riferimento assoluto dello sci alpino, categoria sitting (nonché uno degli atleti del Progetto Giovani di Fondazione Cortina), e la trentina Chiara Mazzel, ragazza ipovedente, pure lei protagonista dello sci alpino.
René, te lo aspettavi?
«Qualche settimana fa, il presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Giunio De Sanctis, mi aveva anticipato qualcosa. Ma finché la decisione non è stata confermata facevo fatica a crederci. Invece, è tutto vero. Quando De Sanctis mi ha chiamato per dirmi che la scelta era stata ufficializzata, sono rimasto senza parole, stordito dall’emozione. Fin dal primo momento ho sentito la responsabilità che comporta il compito che mi è stato affidato. Rappresentare l’Italia è una cosa pazzesca. Lo sarà all’Arena, ma lo sarà anche il 22 dicembre, quando andremo a Roma a ritirare la bandiera tricolore. E lo sarà – evidentemente – anche in pista, a marzo».
Immaginiamo che questo ruolo prestigioso porti con sé anche un bel po’ di pressione.
«C’è un mix di cose: orgoglio, gioia, emozione. E anche senso di responsabilità, con collegata pressione, senza dubbio. Ma vedo e vivo tutto ciò in maniera positiva: il senso di responsabilità e la pressione mi danno uno sprint in più».
Si gareggerà a Cortina, sulla “tua” neve.
«Spero di portare in alto il tricolore, il più in alto possibile. L’Olympia delle Tofane è una gran bella pista, molto tecnica. Mi è sempre piaciuta e si adatta alle mie caratteristiche. Proprio qui abbiamo disputato alcune gare di Coppa del Mondo nel 2023 e poi nel 2024, in occasione delle finali del circuito: grazie a Fondazione Cortina e a tutte le realtà e i volontari coinvolti nell’organizzazione, abbiamo sempre trovato piste e servizi al top».
Un appuntamento capitale, le Olimpiadi. Tanto più che questa volta si disputeranno non solo in Italia ma davvero in casa. Come vi state preparando?
«Dalla conclusione della stagione scorsa, di fatto non abbiamo mai staccato. Tra maggio e giugno abbiamo sciato tra Stubai (Austria, ndr) e Les Deux Alpes (Francia), per poi tornare sugli sci nella seconda metà di settembre con allenamenti a Saas Fee (Svizzera) e nella struttura coperta di Wittenburg, in Germania. Poi c’è stata tanta Val Senales. Ora è il momento di iniziare a “spingere”: dobbiamo trasformare in qualità la grande mole di lavoro messa su durante l’estate, sistemando tecnica e assetto. Ci stiamo allenando bene anche sulla neve, grazie anche a un meteo che finora ci è stato amico. La condizione ancora non è al top ma non è un problema, anzi: il picco di forma dovremo averlo a marzo».
È cambiato qualcosa nella preparazione estiva rispetto al passato?
«Tra luglio e settembre sono stato molto in palestra, sotto la guida di Orlando Maruggi che, come al solito, mi ha dato parecchio filo da torcere. Abbiamo lavorato molto per migliorare rapidità ed esplosività, con sedute lunghe, anche di tre ore, dal lunedì al sabato».
Se l’obiettivo unico della stagione sono i Giochi di Cortina, c’è comunque in questo 2025-2026 anche la Coppa del Mondo. Come l’affronterete?
«Per forza di cose la Coppa quest’anno avrà meno attenzioni da parte nostra. In ogni caso, onoreremo al meglio tutte le gare alle quali parteciperemo. Salteremo la prima tappa, quella austriaca di Steinach am Brenner dal 10 al 12 dicembre, per essere invece al via a Santa Caterina Valfurva, dal 15 al 17».
Questi Giochi potranno far crescere ulteriormente il movimento paralimpico?
«Io credo di sì. Sono convinto che ci sarà molta più gente a vedere dal vivo le nostre gare rispetto a Pechino 2022, dove siamo stati penalizzati dal Covid, e a Pyeong Chang 2018. Ma credo che ci sarà più gente anche davanti alla tv. Credo poi che Cortina si stia rinnovando bene dal punto di vista dell’accessibilità: l’auspicio è che questi Giochi possano dare un ulteriore impulso».
L’Italia dello sci alpino come la vedi?
«Siamo una bella squadra, abbiamo dimostrato anche agli ultimi due Mondiali di essere una delle nazioni di riferimento nel medagliere. Sì, possiamo dire la nostra».
Biografia
René De Silvestro, cadorino di San Vito, è nato a San Candido il 26 giugno del 1996. Dopo l’incidente occorsogli nel 2013 mentre si preparava per una gara di sci alpino, ha iniziato l’attività paralimpica nel 2015, difendendo i colori dello Sci club Druscié e distinguendosi subito per risultati importanti. Ha debuttato in Coppa del Mondo nella stagione 2016-2017. In carriera ha vinto due medaglie olimpiche (argento in slalom e bronzo in gigante) a Pechino 2022 e sei medaglie iridate. Si è distinto anche nell’atletica leggera paralimpica, gareggiando (con la maglia di Polisportiva Caprioli San Vito e Cortina Energym) nel getto del peso e nel lancio del giavellotto. Dal 2023 fa parte delle Fiamme Oro.